Il BTP è uno degli strumenti d’investimento più richiesti dalle famiglie italiane. Se pensiamo però che 7 italiani su 10 si dichiarano analfabeti finanziari, la cosa deve far riflettere.
Una nota e stimata associazione di consumatori specializzata nella finanza, sconsiglia abitualmente l’acquisto di BTP.
Cosa sono i BTP?
I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli di debito emessi dal Ministero delle Economia e delle Finanze italiano (MEF). Essenzialmente, con l’acquisto di un BTP presti i tuoi soldi allo Stato Italiano tramite una obbligazione a tasso fisso.
Come funzionano i BTP?
Come da “contratto”, ogni tot mesi, solitamente 6, riceverai sul conto corrente gli interessi previsti (cedola). Giunta la scadenza, ti torneranno sul conto anche i soldi prestati inizialmente, oltre che l’ultima cedola e l’eventuale bonus fedeltà.
Ogni titolo di stato italiano che viene collocato tramite un’asta, o che ha già terminato il periodo d’asta ed è quindi quotato/acquistabile sul mercato secondario (MOT), ha una scadenza, come anche un rendimento fisso annuo.
Questi dati si evincono dal nome del BTP. Ad esempio un BTP 2 % 06/2030 è un titolo di stato che scadrà a giugno 2030 e che pagherà ogni sei mesi l’1 %, per un rendimento lordo totale annuo del 2 %.
Ne approfitto: con un rendimento lordo annuo del 2 % non riesci nemmeno a superare l’inflazione, quindi perdi comunque ricchezza.
Ci sono state epoche dove anche con i BTP si batteva l’inflazione, ottenendo un vero guadagno, come ci sono stati anni dove a fronte di rendimenti elevatissimi non si riusciva comunque ad ottenere un rendimento reale positivo, dato che anche l’inflazione era altissima.
Leggi il mio approfondimento sull’inflazione.

Come vengono tassati i BTP?
Le cedole, che sono redditi di capitale, vengono tassate in automatico nel momento in cui si incassano. La tassazione è bassa a confronto con altri strumenti d’investimento, dato che è del 12,5 %.
Ci sono paesi europei dove la tassazione di tali strumenti è maggiore, altri dove invece è nulla.

In certi casi, si ottiene del rendimento extra comprando BTP che hanno un prezzo di mercato più basso di quello di emissione (sotto la pari). In questo caso si pagheranno le imposte del 12,5 % sul guadagno anche nel momento della vendita anticipata ad un prezzo superiore o alla naturale scadenza.
Essendo strumenti che come avrai capito sconsiglio, non entro in tecnicismi come l’aggio e il disaggio/scarto di emissione.
Perché i BTP hanno tanto successo?
I Buoni del Tesoro Poliennali hanno sempre avuto un grande successo per vari motivi:
- Apparente semplicità;
- Ampio range di scadenze disponibili;
- Tassazione dei guadagni più bassa rispetto ad altri strumenti;
- Costi irrisori;
- Rimborso al prezzo di 100 a scadenza (che non significa però capitale garantito).
Al giorno d’oggi, data la situazione critica del nostro paese, a questi strumenti sono state abbinate anche strategie di marketing che sfruttano in parte l’analfabetismo finanziario, e sono quindi diventati ancora più in voga grazie a:
- Cedole ravvicinate (anche trimestrali);
- Bonus aggiuntivi di rendimento a scadenza;
- Massicce campagne pubblicitarie e di comunicazione.
In particolare, le cedole trimestrali, hanno fatto abboccare vari risparmiatori inesperti, convinti di guadagnare di più rispetto a una obbligazione classica con cedole semestrali.
In realtà nulla cambia, se non per il fatto di avere accrediti più frequenti sul conto corrente.
Perché sono strumenti che sconsiglio quasi a tutti?
Lista infinita ma tocchiamo i punti principali:
Mancanza di diversificazione
Chi acquista un BTP presta dei soldi allo stato italiano, lo stesso che ci garantisce un Servizio Sanitario Nazionale al collasso (qui trovi il mio articolo), delle pensioni sempre più a rischio, e tanti altri servizi pubblici non propriamente di alto livello.
In Italia molti di noi lavorano, hanno casa, hanno il conto corrente, mandano alla scuola pubblica i figli, si curano, andranno in pensione etc.
Come ti ho spiegato in questo articolo sulla diversificazione, non è intelligente investire in un qualcosa dal quale dipende praticamente tutta la tua vita e il tuo futuro. Se va male perdi tutto, anche i tuoi risparmi.
Attenzione che non parlo del fallimento dello stato italiano (ipotesi remota ma possibile), ma di crisi che possono affossare drammaticamente il valore di questi strumenti finanziari, come già successo più volte negli ultimi anni.
Là fuori c’è il mondo e investirci è facilissimo, doveroso e molto meno rischioso. L’Italia non è certamente un paese di secondo piano, ma nemmeno uno dei più rilevanti.
Basta guardare la composizione di un qualsiasi strumento finanziario obbligazionario diversificato che investe in tutto il mondo: la percentuale di investimenti in titoli italiani è sempre minima (per fortuna).

Secondo te l’investitore medio è più in gamba di algoritmi e interi team di analisti?
Sovraesposizione all’altissimo debito pubblico Italiano
Probabilmente di BTP ne hai già tanti, magari anche ereditati, e forse ignori pure che altri strumenti più efficienti che hai già in portafoglio possono comunque avere già piccole quote in BTP o titoli del debito italiano.
La differenza è che i titoli di stato inseriti in un “contenitore” finanziario, come può essere un ETF, Fondo o Gestione Patrimoniale, perdono alcuni dei loro difetti, e, al netto dei costi maggiori, possono creare comunque vantaggi.
Comprandoli direttamente anche tu non fai altro che sbilanciare il portafoglio.

Portafogli costruiti interamente da titoli di stato italiani sono bombe a mano, oltre che la dimostrazione che la finanza andrebbe insegnata già alle scuole primarie.
Prova a chiedere al tuo consulente finanziario di farti vedere il suo deposito investimenti coprendo la parte degli importi. Dubito abbia anche un solo BTP.
Rischio spread e crollo dei prezzi
Non entriamo in tecnicismi, ma qualsiasi stato fortemente indebitato può essere “finanziariamente ricattato” da altri stati o istituzioni finanziarie creando tensioni sullo spread (ti ricordi il 2011 con il governo Berlusconi e la crisi del debito sovrano?).
Questo significa che il tuo BTP che a scadenza rimborserà a 100, un po’ come se fosse a “capitale pseudo garantito”, durante tutta la sua durata potrà anche scendere del 10, 20, 30, 40 %.
Pensa a chi ha comprato BTP a bassissimo rendimento prima del conflitto in Ucraina: per cercare un minimo di rendimento è stato costretto a prenderli a lunga scadenza (anche sopra i 10 anni), ma l’aumento dell’inflazione ha generato un fortissimo rialzo dei tassi che ha portato alcuni BTP a perdere anche metà del loro valore.
Certo, li puoi portare alla loro scadenza di modo che rimborsino al prezzo di 100, ma per 5 / 10 / 20 / 30 / 40 anni prenderai cedole irrisorie quando tutto il resto del mercato rende 10 volte di più e senza rischi.

Tu presteresti dei soldi a una persona inefficiente e indebitata sapendo che te li restituirà tra 10 o più anni? NO, e allora perché li presti allo stato italiano, sul quale magari ironizzi da mattina a sera per problemi come sanità, classe politica, tasse, servizi, pensione, criminalità etc.)?
Vedo spesso portafogli del genere “fai da te”, e ogni volta i malcapitati si interrogano di come sia stato possibile bruciare parte del loro patrimonio con dei “semplici” BTP.
Le singole obbligazioni sono strumenti molto più complessi che ETF o Fondi obbligazionari diversificati.
Rischio tassi e liquidità
Come accennato, i titolo di stato, come del resto tutte le obbligazioni, durante la loro vita possono oscillare di prezzo, sia in positivo che negativo.
Nei titoli di stato in particolare incide lo spread, mentre in generale per tutte le obbligazioni (quindi anche gli stessi BTP) una grossa influenza è esercitata dai movimenti dei tassi di interesse e di conseguenza dalle scelte delle banche centrali (es. BCE).
Più una obbligazione a tasso fisso ha una durata lunga e più un aumento dei tassi d’interesse può affossarlo (modified duration).

A scadenza otterrai comunque il rimborso totale, ma se hai necessità di soldi proprio nel periodo del crollo, sei costretto a vendere il BTP in forte perdita.
E come già visto prima, per tutta la durata dell’investimento ti dovrai accontentare di rendimenti bassissimi a fronte di tutto il resto del mercato che rende nettamente di più.
Durata eccessiva
Molte persone per cercare maggiore rendimento acquistano titoli di stato con durate anche oltre 5 anni, dato che tendenzialmente, più la scadenza è lontana e più il rendimento, e di conseguenza il rischio, è maggiore.
Come spiegato prima, più la durata è maggiore e più aumenta la sensibilità del prezzo di mercato del titolo.
Che senso ha tenere in portafoglio un BTP 7 o 10 anni, ed accontentarsi di un rendimento spesso ridicolo rapportato ai rischi e alla durata dell’investimento?
Stando alle statistiche dei mercati, un investimento azionario internazionale diversificato, o anche solamente bilanciato (obbligazioni + azioni), su una durata di 7 o 10 anni offre percentuali di rendimento e di protezione del capitale assolutamente di rilievo.
Come del resto anche un semplice investimento obbligazionario diversificato, seppur di meno.

Mancanza dell’interesse composto
Ogni volta che incassi la cedola di un titolo di stato, questa finisce sul tuo conto corrente. Li, molto probabilmente, non ti frutta alcun interesse. Inoltre immagino che tu sul conto non tenga 100 €, ma una somma maggiore.
Quindi i soldi della cedola alla fine dei conti a cosa ti servono?
Non è più furbo che questi vengano investiti in automatico generando a loro volta interessi su interessi?

È proprio quello che avviene magicamente in tantissimi strumenti di risparmio e investimento intelligenti e alla portata di tutti, come ETF, Fondi, Gestioni Patrimoniali etc.
L’interesse composto deve essere alla base di qualsiasi strategia d’investimento.
È come se fosse un regalo, un bonus, perché non prenderlo?
Se vuoi approfondire l’argomento cedole e dividendi leggi il mio articolo.
Tassazione bassa ma sfavorevole
Per lo stesso discorso di cui sopra, ogni volta che incassi la cedola, questa viene tassata dallo stato italiano.
Molti strumenti d’investimento, alcuni dei quali già citati prima, portano fino alla scadenza, o alla tua eventuale richiesta di rimborso, il momento dell’effettiva tassazione.
Quindi per buona parte della durata dell’investimento, cumulerai interessi lordi che a loro volta genereranno interessi, senza alcuna decurtazione parziale a causa delle imposte.
Tutto ciò che decurta periodicamente il montante di un investimento, soprattutto nel medio/lungo periodo, abbatte drammaticamente il guadagno finale.
Questo vale appunto per la tassazione, ma chiaramente anche per i costi di certi strumenti alternativi ai BTP, che vanno scelti quindi attentamente.
Clausole di Azione Collettiva (CACS)
Tutti i titoli di stato europei hanno questa clausola, quindi anche i BTP.
Uno stato in forte difficoltà può chiedere alla maggioranza dei possessori di un titolo di debito, di accettare delle variazioni peggiorative, di modo da rimandare il suo possibile default.
Questi creditori, quindi, pur di non rischiare la perdita totale del capitale prestato allo stato, possono accettare:
- Salto o rinvio del pagamento di alcune cedole;
- Riduzione percentuale di interesse;
- Allungamento della durata…
Chiaramente sono possibilità estremamente remote, ma da tenere a mente dato che molti considerano i titoli di stato italiani un qualcosa di assolutamente sicuro, lineare e affidabile.

La pianificazione successoria
I titoli di stato sono esenti dall’imposta sulle successioni. Questo per molti è un grande vantaggio.
Significa che quando un investitore viene a mancare, i suoi investimenti in BTP, passano agli eredi legittimi senza l’applicazione di alcuna imposta, come invece avviene per quasi tutto il resto del patrimonio mobiliare e immobiliare.
L’esenzione non riguarda solo i singoli titoli di stato, ma anche quelli inseriti in ETF, Fondi, Gestioni Patrimoniali etc.
Per molti questo è un non problema, dato che se il patrimonio complessivo di una persona è sotto al milione di euro e gli eredi sono congiunge o parenti in linea retta, non ci sono comunque imposte dovute.
Se invece queste imposte sono da pagare, sono comunque tra le più basse in Europa.

Quindi, pur sapendo certamente che tutti prima o poi passeranno a miglior vita, ha senso rinunciare a guadagni e diversificazione per una banale tassazione a fine vita (che tra l’altro non colpirà direttamente te stesso)?
Come ti ho spiegato poco fa, una tassazione a fine investimento fa molti meno danni rispetto a una tassazione periodica, come avviene appunto nelle cedole.
La pianificazione successoria è un aspetto delicato che merita approfondimenti attenti con il proprio consulente.
Un investimento di lungo periodo da lasciare ai propri figli
Questo è l’errore più comune e drammatico. Così facendo non fai altro che lasciare briciole di pseudo rendimento.
Perché sprecare l’opportunità di usare gli strumenti giusti proprio per chi ha un orizzonte temporale lungo e quindi ha già vinto in partenza in tema di investimenti?
Leggi il mio approfondimento su come investire per i propri figli.
Lo spostamento del debito pubblico verso gli investitori domestici
Il piano del governo, come si è visto chiaramente con i BTP Valore e il BTP Più, è quello di fare in modo che il debito pubblico italiano sia in mano ad investitori domestici, cioè il popolo italiano.
Questo per non subire attacchi ostili sullo spread ma soprattutto perché ormai in pochi dall’estero acquistano il nostro pessimo debito pubblico.
L’Italia è un paese in costante deficit crescente e gli unici ancora disposti a sottoscrivere a mani basse titoli di stato sono principalmente i cittadini italiani, forti dalla loro ignoranza finanziaria e di un certo patriottismo intermittente.
Per questo c’è un così elevato risalto mediatico ad ogni emissione di BTP. L’intento è quello di raccogliere il più possibile adesioni.
Questa cosa ha le fattezze della disperazione. Non cito nemmeno il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) per evitare di infierire.
La patrimoniale
Il terrore di tanti italiani di vecchia data. Era il 10 luglio 1992.

Da quella data eventi simili non si sono più verificati, ma in realtà il contribuente italiano paga già tante imposte sul patrimonio, anche ben più salate.
L’indicazione che arriva abitualmente dall’Europa all’Italia è quella di tassare di meno il lavoro e maggiormente la ricchezza dei suoi cittadini. Quindi immobili, risparmi e investimenti.
Alcuni analisti, seppur in maniera un po’ allarmistica, temono che questa ansia dello stato di avere una forte concentrazione del suo debito nelle mani di creditori domestici, possa essere il preludio di qualche manovra futura azzardata.
Sono dubbioso, ma è bene esserne a conoscenza.
Il marketing dell’esenzione ISEE
Il governo italiano è in dirittura di arrivo per rendere esenti dall’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) i titoli di stato italiani.
Quindi fino a 50.000 €, i soldi investiti ad esempio in BTP, non dovranno comparire nella dichiarazione ISEE, facendo quindi abbassare il patrimonio calcolato.
Per chi non ha patrimoni elevati ma riesce comunque a mettere da parte qualcosa è sicuramente un aspetto utile, che gli permette di risparmiare su rette di servizi pubblici e altre graduatorie.
Il mio parere personale è che la fortissima e influente industria del risparmio gestito non si lascerà di certo sopraffare e ci saranno presto aggiornamenti.
Consiglio quindi di non buttarsi a capofitto nei BTP ai fini ISEE ma di attendere maggiori sviluppi.
Ti ricordo infatti che quando compri un titolo di stato a tasso fisso non devi concederti il lusso di pensare “lo vendo quando voglio prima della scadenza”, perché come visto basta una tensione sullo spread o un rialzo dei tassi, per affossarne il valore.
Quindi calma e prudenza.
A mio parere, trovo questa normativa assolutamente anti democratica: perché chi investe saggiamente il proprio patrimonio deve vedersi passare davanti in graduatoria persone che invece lo investono in maniera rischiosa, poco efficiente e con un pseudo ricatto dello stato?
Il campanilismo negli investimenti ha sempre fatto danni.
Il controsenso è che lo stato da giustamente la borsa di studio agli studenti con risultati eccellenti, ma poi forza le loro famiglie ad investire in malo modo (BTP) per risparmiare sulle future rette.
Figli intelligenti e genitori “fessi”?
L’unico pregio inconfutabile?
A parte la quasi totale assenza di costi, la bassa tassazione e i vantaggi successori, un altro aspetto positivo dei BTP è quello fiscale, cioè la possibilità di usarli per recuperare eventuali minusvalenze pregresse.
Le minusvalenze sono una sorta di bonus/credito fiscale che ti permette di non pagare le imposte sugli investimenti che chiudi in guadagno (plusvalenza) se ne avevi chiusi altri in perdita (minusvalenza) negli ultimi 4 anni.
In questo caso, soprattutto i BTP con cedole basse (o a zero) e prezzo di mercato ampiamente inferiore a quello di emissione, ci vengono in aiuto. Bisogna però considerare che i BTP avendo una bassa tassazione, permettono un recupero minore.
Essendo il tema complesso e ricco di variabili, se hai effettivamente delle minusvalenze in essere, parlane con il tuo consulente.
Anche altri strumenti finanziari permettono questa compensazione, come ad esempio obbligazioni, azioni e certificati.
Spero di averti convinto a limitare la presenza dei BTP nel tuo portafoglio, di modo da correre meno rischi, efficientare la diversificazione e portare a casa più rendimento.
Per farlo segui i miei consigli sulla diversificazione e presta sempre attenzione ai costi delle soluzioni alternative ai BTP.