Fatti di cronaca e provvedimenti disciplinari dell’Albo Unico dei Consulenti Finanziari mettono in evidenza che il settore non è esente da truffe. Come difendersi?
Prima di tutto un po’ di chiarezza
Molti hanno a che fare abitualmente con il proprio consulente, ma a volte si perde di vista il suo vero ruolo. Ecco una rapida descrizione di questa figura:
Cos’è un Consulente Finanziario?
E’ un professionista che offre consulenza e assistenza ai suoi clienti nella gestione del patrimonio, sfruttando le proprie competenze, esperienza oltre che gli strumenti offerti dalla sua rete.
In Italia, dove la cultura finanziaria è a livelli da terzo mondo, è diventato anche uno pseudo psicologo, pronto a mettere freno a istinti suicidi di clienti che vogliono improvvisarsi trader o folli strateghi.
Cosa non è un consulente finanziario?
Non è un veggente, poiché nessuno può prevedere l’andamento dei mercati (come ti ho spiegato in questo articolo).
Non è un organizzatore di eventi, incontri al teatro, partite a golf…
Non è un barista: Il suo ruolo è offrirti consulenza e non ogni volta qualcosa al bar.
Non è il tuo migliore amico, a cui affidarsi incondizionatamente.
Non è un benefattore, dato che viene lautamente remunerato tramite percentuali e bonus calcolati sulle somme che gli affidi in gestione.
Non è un influencer: quando vedi che pubblica costantemente selfie ad aventi organizzati dalle case d’investimento o viaggi premio, scorri il profilo per verificare la sua presenza anche a ben più utili eventi formativi.
Come dovrebbe comportarsi un consulente finanziario?
Senza conflitti d’interesse (punto dolente), mettendo quindi l’interesse del cliente davanti a tornaconti personali, budget ed esigenze reddituali della rete/banca per cui lavora.
Con trasparenza, evidenziando preventivamente e chiaramente i costi di strategie e prodotti.
Ascoltandoti e lavorando per obiettivi, i tuoi.
Come non dovrebbe comportarsi un consulente finanziario?
Non può accettare contante.
Non può usare la tua utenza home banking.
Non può pagarti cedole, dividendi o rimborsi sotto forma di contante.
Non dovrebbe proporre solo prodotti della propria “casa madre”.
Cosa dovrà diventare o sta già diventando un consulente finanziario?
Un esperto a 360°, in grado di gestire integralmente il tuo patrimonio, di modo da non scindere più investimenti finanziari, immobiliari, patrimonio aziendale e assicurazioni.
Ti dovrà saggiamente seguire nella pianificazione successoria, nelle scelte d’investimento per i tuoi figli (leggi la mia guida), nel passaggio generazionale e nell’ottimizzazione fiscale del tuo patrimonio.
Un mondo apparentemente molto sicuro
Se ci pensi quando vai dal meccanico o chiami l’idraulico non c’è praticamente nessun contratto, nessuna firma, nessun ente preposto alla vigilanza e nessun foglio informativo.
In banca invece, sia in filiale che sul sito web, ci sono tutti i fogli informativi disponibili, quindi nulla, anche la più piccola delle commissioni, è lasciata al caso. Se uno vuole essere consapevole ha tutti i modi per esserlo.
Il settore bancario/finanziario è senza dubbio tra quelli più vigilati e normati, ma questo non lo rende immune da truffe o comportamenti scorretti.
I trucchi dei consulenti furbetti
Ti sarà sicuramente capitato di imbatterti in storie di consulenti finanziari o bancari scappati con i soldi dei clienti. Esistono però stratagemmi più raffinati, che possono fare danni ben più gravi e duraturi su larga scala.
Questi possono nascere da una totale malafede del consulente, da una sua avidità di “successo”, ma anche e soprattutto dall’incapacità di gestire situazioni critiche magari sfuggite di mano.
I finti rendimenti
Non c’è miglior modo per far abboccare centinaia di persone: basta promettere rendimenti allettanti per spiazzare la concorrenza e diventare il “migliore” sulla piazza.
Ma attenzione, com’è possibile offrire rendimenti nettamente fuori mercato?
Non mi stancherò mai di dirlo, il consulente non è un alieno, è una persona normalissima che nulla può contro le dinamiche dei mercati finanziari.
Già il fatto che nella fase conoscitiva vengano promessi rendimenti in qualche modo certi è sbagliato di partenza, soprattutto quando ci sono di mezzo fondi d’investimento, gestioni patrimoniali e azioni, che tutto sono fuorchè a rendimento garantito.
Scappa! non hai davanti un consulente, ma un venditore di fumo.
I finti rendiconti
Per coprire rendimenti inesistenti lo step fondamentale è rendere ignaro il cliente di quello che sta accadendo. Ed ecco che il consulente si trasforma in un abile falsario.
Come sei un radar per captare ogni aumento commissionale, attivati anche nel riconoscere un documento totalmente diverso dal formato standard utilizzato dalla banca.
“Beh alla fine anche se poi i rendimenti non sono reali, i soldi che ho messo inizialmente grossomodo rimangono”. Niente di più sbagliato.
Se ti viene raccontato che ogni anno hai guadagnato 20.000 €, magari ti viene voglia di farti un regalo e spenderne una parte? ma se questi soldi che usi alla fine non sono altro che il tuo capitale inizialmente investito, nel corso del tempo arriverai a consumarlo quasi tutto inconsapevolmente.
I rendiconti d’effetto fatti a mano
Che bello vedere la penna stilografica del consulente scorrere sul foglio e lasciare dietro di se bellissimi grafici e calcoli. Questo va bene per spiegare concetti complessi, ma non esiste che diventi un modo per rendicontare l’andamento effettivo del portafoglio.
Basta un click per avere il tuo bel report ufficiale, perché non usare quello? Al massimo i disegni fatteli fare li sopra.
I rendiconti ufficiali abilmente corretti
“Guarda il rendimento, abbiamo fatto +7%” e trovi un bel cerchio a penna attorno al 7 ad enfatizzare il tutto. Sicuro che il cerchio non serva a trasformare il meno in un più?
“Beh basta comunque guardare il controvalore totale del portafoglio, non sono scemo”. Pronto alla sorpresa?
I rendiconti ufficiali dopati
“Ma come, sono forniti dalla procedura informatica della banca, com’è possibile?”.
Ormai quasi tutte le reti/banche permettono di inserire nella posizione patrimoniale del cliente i depositi presenti su altre banche.
Si tratta di un valore da inserire manualmente (non verificabile) che serve per far ragionare meglio le procedure che analizzano il rischio e la diversificazione del portafoglio.
Molto utile, ma in mano a un disonesto si trasforma in una bomba: se le perdite sono ingenti, il consulente può aumentare il valore del patrimonio presente sulle altre banche per compensare quello perso presso di lui, ingannando una persona poco attenta che guarda solo il dato finale.
L’indirizzo di corrispondenza diverso dalla residenza
“Mi metta una firma su questo modulo così facciamo arrivare le cartacce della banca direttamente qui e gliele smisto io”.
Ecco come essere privato della garanzia più importante: le comunicazioni che arrivano d’ufficio dalla banca, senza possibilità d’intervento del consulente.
Certo, puoi fartele dare quando vai da lui in ufficio, ma chi ti garantisce che non abbia già fatto una scrematura eliminando le comunicazioni scomode?
Se vuoi realmente eliminare la carta attiva il servizio di posta online gratuito presente sull’home banking, di modo da avere sempre ogni comunicazione a portata di click.
Lo schema Ponzi
Il cliente A perde soldi con i suoi investimenti, o comunque non ottiene il rendimento promesso, ma il consulente sottrae somme all’ignaro cliente B per darle ad A, senza che nessuno si accorga di queste manovre. E così via.
Questo può accadere per mesi o anni, fino a quando la situazione diventa insostenibile.
Ci sarà quindi chi si troverà bene o male i suoi soldi, chi se ne troverà meno e chi il nulla. Ma anche chi si è trovato soldi in più avrà le sue grane, dato che seppur in buona fede queste somme sono comunque frutto di una truffa.
Alla base di tutto c’è il contante, quindi mai e poi mai accettare o consegnare contante a un consulente. Oltre che essere vietato, è il primo modo per farsi fregare o alimentare truffe.
Il consulente lavandaio
Se si sparge la voce che un consulente accetta contante (nero da ripulire), il suo successo nel breve termine è assicurato, soprattutto in Italia.
Ma come già ben spiegato sopra hai davanti una persona disonesta che non sa fare il suo lavoro in modo professionale. Come puoi affidargli il tuo patrimonio?
Inoltre, giustamente, se un domani dovessi venire truffato, avrai difficoltà estreme nell’ottenere un rimborso, facilmente ottenibile invece per chi ha fatto tutto in modo trasparente (bonifici, assegni circolari e assegni non in bianco).
Il consulente bancomat
“Sono arrivate le cedole!” e dal cassetto esce una bella mazzetta di contante.
Ci ricolleghiamo a sopra, e come puoi intuire siamo in una scenario ridicolo: il contante nella consulenza finanziaria non può esistere!
Oppure ti arrivano bonifici direttamente da un conto intestato al consulente, o addirittura da sconosciuti, e non, come è giusto che sia, dalla banca o casa d’investimento/assicurazione. Fatti due domande.
Il consulente hacker/smanettone
“Mi dia pure le credenziali dell’home banking così le faccio direttamente io le operazioni di borsa”.
Benevento nello schema Ponzi citato poco sopra. È come aver dato le chiavi di una Ferrari a un neo patentato.
Anche in questo caso, come per il contante, in caso di truffa non sarai rimborsato.
L’isolamento rispetto alla concorrenza
È normale che un cliente venga corteggiato da altre banche e reti di consulenza. Cogli questa opportunità di confronto gratuita!
Anche senza dire quanti soldi hai, puoi consegnare un estratto conto titoli con le somme cancellate a pennarello, dal quale si evincano i nomi dei prodotti sottoscritti, di modo da ricevere il parere di altri professionisti.
Ovvio, di sicuro tireranno l’acqua a favore del proprio mulino, ma in caso di dati incongruenti potranno farti accendere una lampadina sull’operato del tuo consulente.
Ma qui viene il bello: chi ti sta truffando potrebbe attuare preventive manovre psicologiche per indurti al silenzio totale.
“Quello che facciamo io e te sono strategie molto particolari ed esclusive, non parlarne con nessuno”, oppure “Non consegnare mai documenti ad altre banche altrimenti potresti ricevere visite dalla Guardia di Finanza”.
Cose assurde, insensate, che però io stesso ho toccato con mano con alcuni miei clienti caduti precedentemente in cattive mani.
Il consulente Marty McFly (Ritorno al futuro)
Un giorno ti propone un report con un periodo di analisi di 6 mesi, un’altro giorno a 3 mesi, poi a un anno e poi di nuovo a 3 mesi. Sta forse cercando di farti uscire solo i periodi migliori?
Se l’inizio anno è stato negativo ma nel finale c’è stato un recupero parziale, avremo due scenari: il rendimento da inizio anno (YTD) sarà negativo, ma quello degli ultimi mesi sarà positivo. Capito il trucco?
Fatti sempre dare un report da inizio anno, comunque ben consapevole di quello che è accaduto l’anno prima (es. 2017 -3% e 2018 +3% non significa essere in pari, dato che parliamo di percentuali).
Ci sono cascato!
Di professionisti seri c’è ne sono tanti, di truffatori invece fortunatamente meno, ma quando colpiscono sono come tsunami.
Non aver paura di denunciare comportamenti scorretti alla Guardia di Finanza, alla CONSOB, all’Organismo dei Consulenti Finanziari e all’Associazioni dei Risparmiatori.
Sono previsti inoltre semplici strumenti di risoluzione delle controversie (ADR) utili nelle fasi iniziali, come l’Arbitro Bancario Finanziario.
Cautela invece nell’utilizzo di siti sconosciuti che promettono assistenza legale per la risoluzione/risarcimento di frodi finanziarie. Sono la truffa del momento.
Se ti sei attenuto ai consigli contenuti nell’articolo e hai quindi rispettato le regole, sarai sicuramente rimborsato.
A disposizione come sempre!
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